Attualità
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- Scritto da Giulia Runco & Ginevra Iannuzzi
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COSTRUIRE PONTI CON FLIP
Hi, everyone!
I’d like to share this amazing thing we did in our class of English with our teacher Catia Mele at Liceo Classico B. Telesio in Cosenza, Italy this year. It is called Flip, and let me tell you, it’s been a game-changer!
So, Flip is this app that our teacher introduced to us, and it connects us with students from all over the world. It’s like having a virtual classroom where we can interact with students from different schools and cultures. How cool is that?
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- Scritto da Francesco Palma
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IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI INSEGNANTI PER RIDARE NUOVA LUCE ALLA SCUOLA.
Il giornalista Massimo Gramellini qualche tempo fa ha pubblicato per il Corriere della sera un articolo dal titolo “La scuola dell’ansia”, in cui analizzava i motivi che causano l’abbandono prematuro dei licei da parte di decine di ragazzi, come nel caso del Liceo Berchet, uno dei più importanti licei di Milano, che l’anno scorso ha visto il ritiro di 56 studenti.
Per comprendere il fenomeno ha confrontato la percezione della scuola in passato con quella dei giovani di oggi. In passato, gli studenti e i genitori partivano dal presupposto che il professore avesse sempre ragione. Se qualcosa andava storto e si prendeva un voto basso, la colpa ricadeva sullo studente e lui risolveva il problema “da uomo” immergendo più profondamente la testa tra le pagine dei libri. Invece, se oggi si prende un voto negativo, si tende ad attribuire la colpa al professore perché troppo severo, incapace di capire a quanto stress si è sottoposti ogni giorno. Quest’ansia era ignota ai tempi di Gramellini e, secondo lui, la causa si trova nei Social media. Con l’avvento dell’era dei telefonini digitali si è costantemente sottoposti a dei giudizi spesso cattivi e, per evitarli, ci si conforma alla massa. Se non si possiede un account Instagram, non si postano frequentemente foto e storie, si viene presi di mira ed etichettati come asociali.
Anche nel contesto scolastico si respira molta ansia perché, mostrando personalità, studiando e non conformandosi alla massa, si viene allontanati dal gruppo. Vedo miei coetanei che provano a schivare simultaneamente il giudizio di compagni, genitori e professori erigendo così tanti muri difensivi introno a sé da rinchiudersi in una prigione soffocante, generatrice di ansie. Per uscirne, la strada più semplice è fuggire dallo studio e dalle responsabilità. Così, o si diventa disinteressati delle ore scolastiche, spesso assumendo atteggiamenti spavaldi o si esasperano le difficoltà della scuola.
È chiaro che noi viviamo, parafrasando San Bernardo, in una “notte della scuola”, dove l’abbassamento della qualità dell’istruzione appare come l’unica soluzione per abbattere la scuola dell’ansia, ma questo non deve avvenire.
Per riportare la luce è necessario l’intervento degli insegnanti che, trasmettendo l’amore per lo studio, rendano i giovani consapevoli della bellezza della natura, della scoperta di sé, della vita e così non ci sarà più motivo per provare ansia per la scuola. Bisogna che creino un ambiente accogliente e spensierato nelle aule per entrare nei cuori dei ragazzi e aprire loro la mente.
Tuttavia, siamo molto lontani da questa realtà. Il filosofo Umberto Galimberti crede che oggi un ragazzo debba ritenersi fortunato se ha un professore su nove carismatico, capace di appassionare alla sua materia. E da quello che vedo oggi nel mio liceo e non solo, mi rendo conto che ha ragione: troppi sono i professori disinteressati della formazione dei giovani, che propongono lezioni noiose e spersonalizzate rendendo le proprie lezioni alla stregua di un’attesa dal dentista. Si sono arresi davanti alla notte della scuola e hanno perso la voglia di educare i ragazzi invogliandoli a essere curiosi.
Non ci si deve arrendere, la scuola dell’ansia può e deve svanire. Basta che i professori imparino a trasmettere l’amore per lo studio e capiscano la propria importanza nella formazione delle future generazioni.
Ci sono molti personaggi a cui possono ispirarsi come, ad esempio, Socrate e Don Milani. Il primo è stato un filosofo greco che, tramite il dialogo interpersonale, invogliava i suoi allievi a cercare sé stessi ed essere curiosi perché, come diceva lui, una vita senza curiosità non è vita umana. Così i professori potrebbero introdurre più dialogo nelle aule, invece di rimanere incollati a programmi e libri scolastici.
Don Milani era un prete che voleva salvare le persone più povere dalla gabbia dell’ignoranza. Era solito dire che la scuola servisse a due cose: esprimere il proprio pensiero e amare il mondo.
Seguendo questi esempi i professori ci salveranno dalla scuola dell’ansia, riporteranno la luce e abbatteranno le soffocanti celle in cui oggi si trovano molti ragazzi.
Francesco Palma, III E
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- Scritto da Gabriele Garofalo
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PER NON DIMENTICARE.
Artiglio
Lo senti affondare
l’artiglio nel cuore?
E’ il nèfesh ad abbandonare
un uomo che muore
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- Scritto da Giulia Scarpelli
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ESPRIMERE LA PROPRIA OPINIONE NON È UN ATTO TERRORISTICO
In molti paesi raccontare la verità, firmare un’inchiesta, denunciare e informare è diventato realmente pericoloso e sono molti i giornalisti uccisi perché difendono la libertà di informazione, perchè hanno il coraggio di raccontare quello che accade e perché lottano contro il potere che li vuole imbavagliare.
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- Scritto da Sara Guglielmelli
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L’ARMONIA DELLA PACE DURANTE LA GUERRA. ALCUNE RIFLESSIONI.
Basta chiudere gli occhi e ascoltare il silenzio. Dopo qualche istante si comincia a sentire il proprio respiro, il battito del proprio cuore. Poi ciò che è intorno a noi: la risata di un fratello, il cinguettio di un uccellino sull’albero del vicino, i clacson delle auto in lontananza, i passi della gente. Il pianto di un bambino che ha fame, le fontane che piangono gocce d’acqua, le urla di una madre che perde il proprio figlio in mare, scoppi e case che si distruggono. Urla, spari, bombe, esplosioni, sirene. Il rumore della guerra è il più terribili di tutti.
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- Scritto da Marianna Crocco
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A CINQUE GIORNI DALLO SCOPPIO DEL CONFLITTO COSÌ SCRIVEVA UNA NOSTRA STUDENTESSA...
Dopo la caduta dell’URSS nel 1991, l’Ucraina conquistò l’indipendenza e da quel momento in poi, i rapporti tra Mosca e Kiev sono stati travagliati per via di un’alternanza tra governi filo-russi e altri più vicini all’Occidente. La crisi tra Russia ed Ucraina però è il risultato di un conflitto cominciato nel 2014, quando Mosca, invase la penisola di Crimea e sostenne i movimenti separatisti della regione del Donbass che voleva ottenere l’indipendenza.
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- Scritto da Adriana Rende
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Esame di maturità 2022: prove scritte sì o prove scritte no?
Le polemiche degli ultimi giorni ci pongono davanti ad un interrogativo quanto mai ostico, spigoloso, da non sottovalutare, che necessita di un’urgente risposta capace di proporre una valida soluzione per ovviare al problema.
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- Scritto da Sara Martino
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TEATRO RENDANO: "FORMARE LE COSCIENZE PER RECIDERE LA RETE DELLA VIOLENZA DI GENERE"
La manifestazione del 25 novembre 2021, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, tenutasi presso il Teatro Alfonso Rendano che adorna Piazza XV Marzo nel territorio di Cosenza, si è proposta di porre un punto fermo alla violenza di genere, educando nuove coscienze critiche al rispetto ed alla condanna di ogni tipo di violenza o sopruso.
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- Scritto da Marianna Crocco
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GLI EFFETTI TOSSICI DI UN PATRIARCATO DURO A MORIRE
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- Scritto da Marianna Crocco
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LETTERA ALLE DONNE AFGHANE
I vostri volti, costretti a nascondersi dietro un burqua azzurro, posso immaginarli: gli occhi gonfi di lacrime e lo sguardo intriso di dolore, le labbra serrate quasi debbano trattenere con forza parole dure, rabbiose.