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PENSIERI INTORNO ALLA VICENDA DEL QUATTORDICENNE DEL MALI, RACCONTATA DA CRISTINA CATTANEO, ANATOMOPATOLOGA CHE NE HA SVELATO UN TOCCANTE DETTAGLIO.

La vignetta di Makkox sul migrante ragazzino e la sua pagella

Nel tristemente famoso naufragio  dell’aprile 2015, nelle acque di Lampedusa,  un ragazzo, emigrato dal Mali, è annegato in mare portando con sé solo una pagella con tutti voti alti.

Probabilmente, nelle intenzioni del ragazzo, quella pagella doveva essere la sua chiave d’ingresso per l’Europa, il lasciapassare che gli avrebbe consentito di essere accettato come una persona seria, valida. Ma quel bambino, come molti altri, sulle coste del nostro continente, che rappresentava la salvezza, non è mai riuscito ad arrivare.

C’è sempre un prima e un dopo nelle storie di chi, costretto ad abbandonare la sua casa e tutti i suoi affetti, si porta dietro un oggetto, un segno che possa rammentargli la sua storia e ne tuteli l’identità: una foto, una manciata della propria terra, l’indumento preferito… Sul mare di Lampedusa spesso tutte queste storie negate galleggiano. Galleggia anche la pagella di questo ragazzo, una pagella che forse voleva dire al mondo: “Prendetemi con voi!  Studio e sono bravo”.

Quel ragazzo non è riuscito a dircelo. Chissà che cosa sarebbe diventato! Un medico, un professore, un poeta… Com’è profondo il mare e in quale abisso sono precipitate  le coscienze di chi non alza un dito davanti a queste stragi!

Il bambino voleva testimoniare di essere all’altezza del posto che lo avrebbe accolto, ma non poteva sapere e non saprà mai che forse il posto che avrebbe dovuto accoglierlo non era all’altezza sua.

Perché non facciamo il possibile per accogliere chi fugge dalle guerre, arricchendo così le nostre comunità con uomini nuovi che non potranno che regalarci forza e intelligenza?

“Non riusciamo a garantire istruzione e lavoro ai nostri giovani, perché farlo  per altri?” Questa probabilmente sarebbe la risposta di tanti alla nostra domanda...

Ma la verità è che in Italia cultura e ricerca sono sempre più trascurate nel progettare il nostro futuro. Che tristezza! Non è il ragazzo del Mali a doverci mostrare la pagella: siamo noi quelli che probabilmente non supereremmo l’esame di coscienza.

                                                                  EVA CONTE, III E