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oresteaGIOVANISSIMI  ALLE PRESE CON IL FASCINO SENZA TEMPO DEL MITO GRECO.

In occasione delle recenti repliche, presso il Teatro Rendano, dell’ORESTEA curata dal Prof Antonello Lombardo in collaborazione e con la partecipazione

di docenti e studenti del Liceo Telesio, il prof Flavio Nimpo ha raccolto le emozioni e i contributi a caldo di alcuni allievi della classe I A, profondamente colpiti dal fascino senza età del mito greco.

 

Va in scena l’Orestea: Eschilo emoziona il Teatro “A. Rendano”

 Il 30 Novembre, nell’imponente Teatro “A. Rendano” di Cosenza, sito nel cuore della città vecchia, è stata riproposta la rappresentazione teatrale dell’Orestea, celebre trilogia di Eschilo composta da tre tragedie: Agamennone, Coefore, Eumenidi.

Lo spettacolo è stato allestito dalle Officine Teatrali Telesiane del Liceo Classico “BernardinoTelesio”, con la regia del Professore Antonio Lombardo che ha diretto magistralmente un eccellente gruppo di attori composto per lo più da studenti del Liceo e da alcuni docenti.

Nonostante si trattasse di una replica, il teatro era pieno. Tra applausi e attesa alle ore 21:00 è iniziato lo spettacolo. Aperto il sipario, è comparsa la grandiosa scenografia che rappresentava le porte del palazzo di Agamennone e al centro campeggiava una ragnatela, elemento centrale di tutta la trama: come gli insetti restano intrappolati nella ragnatela, così i personaggi sono imprigionati nei loro sentimenti.

L’episodio che dà vita alla tragedia è la morte di Ifigenia per mano del padre Agamennone. Da questo avvenimento si verificano una serie di eventi tragici. La madre di Ifigenia, Clitemnestra, per vendicare la figlia uccide suo marito Agamennone. Quindi Oreste, fratello di Ifigenia, vendica la morte del padre, uccidendo la madre e il suo amante, Egisto.

La rappresentazione teatrale ha destato grande interesse nel pubblico, sempre attento e curioso fino alla fine. La musica di sottofondo ha accompagnato al meglio ogni scena, la recitazione è stata impeccabile, i costumi curati nei minimi dettagli, per rappresentare realisticamente i personaggi.

Un elemento molto interessante e particolare è stata la pronuncia di alcune battute nella lingua originale, recitate con la stessa passione e intensità di quelle in italiano.

Possiamo, dunque, affermare che questo spettacolo non è stata la solita recita scolastica, ma una rappresentazione ad alti livelli con attori che sembravano dei veri e propri professionisti.

Per chi si fosse perso la rappresentazione c’è la possibilità di assistere all’ultima replica dello spettacolo, che sarà allestita, su richiesta dell’Amministrazione Comunale, il 27 Dicembre, sempre nella splendida cornice del Teatro “A. Rendano”.

Irene Palma

 

L’Orestea: un’eredità preziosa da non dissipare

Le Officine Teatrali Telesiane hanno incantato il pubblico cosentino, presente la sera di Giovedì 30 Novembre presso il Teatro “A.Rendano”, con la rappresentazione della celebre trilogia di Eschilo, unica pervenuta a noi per intero: Orestea, risalente al 458 a.C. e comprendente le tragedie Agamennone, Coefore, Eumenidi. Docenti, alunni ed ex studenti del Liceo Classico “B. Telesio”, sotto la guida sapiente del regista Antonello Lombardo, hanno rappresentato l’intera trilogia in un unico spettacolo. La scena, che presenta sullo sfondo la scalinata che conduce all’ingresso del palazzo di Agamennone ad Argo, si apre con il coro. Agamennone inizia con l’arrivo del re da Troia, al termine della guerra, e l’ingannevole accoglienza della moglie Clitemnestra, che, adirata con il marito per il sacrificio dell’amata figlia Ifigenia, tesse una trama di morte contro il re con la complicità di Egisto. Non a caso, il regista sceglie di porre all’ingresso del palazzo di Agamennone, una grande ragnatela, simbolo del piano di Clitemnestra.

La centralità del tema della vendetta appare ben simboleggiata anche dalla scelta originale del regista di far comparire in scena il sangue, al contrario di quanto accadesse nel mondo classico.

Ho apprezzato particolarmente la rappresentazione delle Coefore. Il dialogo struggente tra Oreste e sua madre, prima che egli la uccidesse, ha raggiunto livelli di altissima intensità, grazie all’interpretazione dei due protagonisti, che hanno trasmesso al pubblico in sala l’emozione, che solo la supplica di una madre a suo figlio può evocare.

L’arrivo in scena delle Erinni, i cui costumi, trucco e pettinatura comunicano allo spettatore l’angoscia e la disperazione della coscienza che rimorde, segna l’inizio delle Eumenidi.

In quest’ultima parte della trilogia Eschilo sposta l’attenzione sul tema della Giustizia, anche attraverso la continua invocazione della dea Dike. Nelle Eumenidi si celebra il processo ad Oreste per il matricidio compiuto ed Eschilo, per mezzo del dio Apollo, nomina come giudice Pallade Atena.Gli attori hanno reso perfettamente il significato di questa scena, comunicando allo spettatore, attraverso i dialoghi, che la scelta di quel giudice non è affatto casuale: Pallade Atena, nel suo discorso, dichiara apertamente di essere di parte nei confronti dell’intero genere maschile.

Il messaggio, quindi, arriva chiaramente: soltanto chi non ha una madre e non conosce il rapporto tra madre e figlio, come Pallade Atena, nata dalla testa di Zeus, non comprende il rapporto che si instaura naturalmente tra una madre e un figlio e quindi non è in grado di giudicare obiettivamente questa colpa. Una colpa che neppure Eschilo riesce del tutto a perdonare, tanto che fa dire ad Egisto morente: «Colpa genera colpa». Niente di più attuale di questo messaggio, in un mondo attraversato da lotte e violenze, il richiamo potente dell’inutilità della vendetta è un’eredità preziosa da non dissipare.

Clelia Santese

 

L’Orestea: la trilogia che meraviglia e incanta

 Giorno 30 Novembre 2017, per la seconda volta in un anno, si è tenuta la rappresentazione della trilogia del poeta greco Eschilo: l’Orestea. L’opera è stata degnamente rappresentata dai bravissimi ragazzi del Liceo Classico “Bernardino Telesio”. Il regista, il professore Antonello Lombardo, è brillantemente riuscito nel suo intento: ha messo in scena un’opera solitamente rappresentata nei teatri greci di Siracusa o di Taormina, proponendola al pubblico cittadino di Cosenza. La rappresentazione si è tenuta al Teatro di tradizione “A. Rendano” con il tutto esaurito. Il successo è stato grande, ma ciò che ha entusiasmato di più è sicuramente il fatto che, pur trattandosi della messa in scena di tre tragedie, l’attenzione e il coinvolgimento non sono venuti mai meno: il pubblico era come rapito da una malia e partecipava trepidante al corso degli eventi. Questo merito, oltre ad attribuirlo al regista, va anche a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione, senza i quali lo spettacolo non avrebbe avuto tale successo. Gli attori, uno più bravo dell’altro, hanno rappresentato in pieno le emozioni, i pensieri, le espressioni e le caratteristiche di ogni personaggio, ognuno di loro è risultato importante. A recitare non solo gli alunni, ma anche professori e studenti già telesiani. Ha colpito molto anche la presenza di parti recitate in greco, trasportando lo spettatore nell’antica Grecia. Ho potuto constatare che essere presente ad una replica può risultare un’esperienza arricchente, poiché ciò permette di rilevare particolari e aspetti, che magari non sono emersi in precedenza. C’è stata una grande organizzazione durante lo spettacolo: erano gli stessi ragazzi telesiani ad accogliere e a far accomodare gli ospiti, senza creare alcuna confusione e disguidi generali. Personalmente penso che, nel suo complesso, sia stata una tragedia avvolgente e appassionante, che ci ha fatto trascorrere una bellissima serata.

                                                                                                                                                                   Beatrice Nervoso 

 

                                                                L’Orestea: mosaico di sentimenti

Il 30 Novembre al Teatro “A. Rendano” di Cosenza si è tenuta la rappresentazione dell'Orestea, un grandioso spettacolo in cui hanno recitato alunni e alcuni professori del Liceo Classico “Bernardino Telesio”.

Il nostro Liceo, posto nella città vecchia di Cosenza accanto al Rendano e vicino al Castello Svevo, è una grande catena, perché tutt'ora unisce ex allievi di questa grande e larga famiglia unita grazie al teatro e alla musica. Stando seduta su una delle poltrone della platea e vedendo con attenzione ogni minima scena, ho capito che è valsa la pena partecipare come spettatrice sia per i personaggi, che hanno saputo recitare alla perfezione, passando dalla gioia al pianto, dal pianto all'ira, sia per l' atmosfera emanata, calda e amichevole. Una delle scene più toccanti dell'opera è stata quella di Oreste nell’atto di uccidere sua madre Clitennestra per aver causato la morte di suo padre Agamennone. Oreste, dopo aver avuto compassione e rimpianto per il padre morto, si è fatto coraggio e ha voluto sapere chi avesse ucciso il re di Micene e, dopo aver capito che era stata sua madre Clitennestra, preso dal dolore rabbioso, con forza è riuscito ad uccidere la donna che lo ha messo al mondo.
L' Orestea è riuscita a smuovere in me tanti sentimenti. È uno di quegli spettacoli che va rivisto per una seconda volta.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Maria Giovanna Sapiente

 

                                          Orestea: la trilogia intrisa in ogni momento di suspence

 Grazie alle Officine Teatrali Telesiane il 30 Novembre noi alunni del Liceo Classico “Bernardino Telesio” di Cosenza abbiamo potuto assistere alla rappresentazione teatrale dell’Orestea, tragedia greca, in cui in primo piano spiccano il talento e il lavoro del regista, degli alunni e dei docenti coinvolti fra cui il mio professore, Flavio Nimpo, il quale ha vestito i panni del personaggio di Apollo e si è impegnato per la realizzazione dell’opera, collaborando per la regia del prof. Antonello Lombardo insieme alla prof.ssa Marta Leonetti, che ha interpretato Atena.

La rappresentazione mi è apparsa, sin da subito, grandiosa sia per il contenuto, sia per le coreografie e scenografie. La storia dell’ Orestea è molto interessante, in quanto è basata sulla vendetta ordita da Clitennestra nei confronti del proprio marito Agamennone, che ha sacrificato la loro figlia Ifigenia. La tragedia è stata rappresentata in maniera dettagliata e accurata; infatti ogni scena era scandita in maniera appropriata da note drammatiche alternate ad altre di azione.

È stato un susseguirsi di emozioni, tutte diverse fra loro, perché ogni momento era impregnato di suspence ma anche di drammaticità. Le scene, le luci, le musiche, nonché i costumi degli attori, mi hanno dato la sensazione di ritrovarmi a quei tempi. Mi sono sentita totalmente coinvolta e rapita da un’atmosfera quasi irreale e, al tempo stesso, magica e coinvolgente. Era tutto perfetto e in particolare ho gradito molto il personaggio di Oreste (interpretato da Lorenzo Patella) per la sua completa immedesimazione, soprattutto nella scena in cui fa visita alla tomba del padre: in quel momento ho avvertito tutta la sua sofferenza. Altro personaggio che ha destato il mio interesse è stato Apollo ( interpretato dal Prof. Flavio Nimpo), in quanto la sua forte presenza scenica, i suoi toni, le sue vesti e le sue movenze hanno rubato totalmente l’attenzione del pubblico.

Molto interessante e particolare è stata anche l’interpretazione delle giovani attrici nelle vesti dei ragnetti che hanno fatto da cornice all’intera rappresentazione. Pertanto non posso che dirmi soddisfatta di tale esperienza sia dal punto di vista culturale sia da quello scolastico.

                                                                                                                                                   Donata Maddalena Domma

 

                                                                      ORESTEA: trilogia dalle mille emozioni

Alcuni mesi fa ho fatto una scelta che avrebbe sicuramente condizionato la mia vita: ho deciso di iscrivermi al Liceo Classico “B.Telesio”. Pian piano ho scoperto tutto ciò che questa scuola ci offre tra cui le Officine Teatrali Telesiane. Di recente ho assistito all’Orestea, uno spettacolo a dir poco fantastico: aver visto l’impegno e la passione, che i ragazzi e i docenti hanno messo in tutto quello che hanno fatto, la loro voglia di migliorarsi sempre è per noi un grande esempio. In teatro c’era un’atmosfera magica creata dalle voci e dalle emozioni dei nostri attori: mi sembrava di sentirmi in una specie di libro, travolta da mille luci e mille sensazioni che mi trascinavano nella tragedia, come se ne facessi parte. Da ammirare è la naturalezza con la quale gli attori recitavano e facevano sembrare tutto così reale, ma tre di loro in particolare mi hanno trasmesso un’emozione unica: Clitennestra, interpretata da Sara Gedeone, Egisto interpretato da Alessandro Russo e Oreste interpretato da Lorenzo Patella. Ma andiamo con ordine, ho apprezzato molto la “complicità” di Clitennestra ed Egisto, la determinazione con la quale i due interpreti calcavano il palco, l’emozione che alla fine dello spettacolo ha preso il sopravvento, il modo in cui sono riusciti a cambiare completamente la loro persona per immedesimarsi nel personaggio e la stupefacente capacità di riuscirci perfettamente. Di Oreste, invece, ho apprezzato molto la forza e la capacità di trasmettere a noi la rabbia che un giovane può avere dentro, vedendo suo padre assassinato da sua madre, il desiderio di punire ciò con la morte della madre e contemporaneamente la paura di essere punito.                                                                    

Le “OTT” hanno messo in scena un’opera degna del Teatro “Alfonso Rendano”, ma per me il vero spettacolo erano i loro occhi che, alla fine della rappresentazione, erano lucidi e fieri per ciò che avevano fatto. I nostri attori mi hanno fatto ricordare che, se si ha un sogno, bisogna inseguirlo senza permettere mai a nessuno di fermarci. Ancora una volta posso dire di essere ORGOGLIOSA di far parte di questa grande famiglia.

                                                                                                                                                                Francesca La Valle