AL TELESIO UN CONVEGNO CON ROSY BINDI PER RIPERCORRERE IL PENSIERO DEL PADRE COSTITUENTE
In occasione del 25esimo anniversario dalla morte di Giuseppe Dossetti, lo scorso 10 maggio, il Preside del Liceo Classico B. Telesio, Antonio Iaconianni, insieme agli alunni dell’istituto, ha accolto l’On. Rosy Bindi e Fra' Paolo Barabino all’interno dell’auditorium A. Guarasci per discutere del pensiero di questo grande profeta del ‘900.
Nato il 13 febbraio 1913, Giuseppe Dossetti dedicò gran parte della sua vita alla giustizia sociale, mettendo al centro della sua riflessione l’uomo e l’importanza delle sue emozioni e debolezze. La figura di questo personaggio è stata introdotta da Paolo Barabino, fratello della Piccola Famiglia dell’Annunziata, che ha invitato i ragazzi a riflettere sul periodo storico nel quale visse Dossetti e sulla potenza e innovazione delle idee da lui sostenute.
Egli visse in pieno il ventennio fascista schierandosi fin da subito, senza alcuna esitazione, nella Resistenza.
In quegli anni fu costretto ad assistere a tanta, troppa violenza e dolore. Vide numerose vite spegnersi, al punto da prendere la decisione di diventare un partigiano. Un partigiano senza armi. Un partigiano che davanti alla possibilità di uccidere il nemico, si oppose. Scelse la via della giustizia, della legalità cercando di sostituire l’uso delle armi con il dialogo e la diplomazia e tentando di denunciare i collaboratori delle SS.
Come Fra' Paolo Barabino, anche Rosy Bindi, ex Ministro della salute, ha parlato del contributo di Giuseppe Dossetti all’interno dell’Assemblea Costituente, sottolineando quanto importante sia stato costruire una Repubblica democratica basata sulla Costituzione e difendere i suoi valori. Valori come la dignità che può essere raggiunta solo grazie al lavoro, che permette all’uomo di essere libero da ogni padrone.
Su questo principio si basa la Costituzione Italiana, testo al quale Dossetti contribuì dando vita all’art.11, oggi molto attuale, che recita: “L’Italia ripudia la guerra".
Durante l’incontro Rosy Bindi ha regalato agli studenti una visione molto interessante della politica del tempo, illustrando i meccanismi per cui gli Stati totalitari pretendono di spiegare al popolo in quali contesti sia giusto possedere dei diritti e in quali no. La Bindi sostiene, inoltre, che in quegli anni lo Stato italiano non fu in grado, ad esempio, di tutelare e coinvolgere le donne e le classi emergenti, per questo è doveroso non spostare mai l'attenzione dall’art.3 della Costituzione. In questo articolo la Repubblica ha il ruolo fondamentale di impegnarsi a rimuovere gli ostacoli che non permettono la parità tra gli uomini.
È evidente che parità e pace sono due ideali cardine del fare politica di Giuseppe Dossetti. A dimostrarlo sono le sue parole in merito alla scelta dell’Italia di far parte della NATO. Dossetti cominciò a parlare di rapporti fra le grandi potenze. Parlava di stabilità e comunicazione. E, si sa, far parte di un’alleanza significa scegliere di venir meno ad un’idea di rispetto ed equilibrio tra Paesi del mondo.
Questa posizione di Dossetti, ha consentito all'on. Bindi di attualizzare il suo discorso facendo riferimento al conflitto tra Russia ed Ucraina e nello specifico all’opportunità di armare la nazione aggredita.
Sulla base della dottrina di Dossetti, l’ex ministro della salute si è dichiarata contraria all’invio di armi all’Ucraina, perchè crede fermamente che “la pace non si costruisca facendo le corse agli armamenti”. Le armi non possono essere utili dopo più di due mesi di conflitto e soprattutto non può essere ammissibile che si investa più negli armamenti che nell’istruzione. Attualmente non c’è da scegliere se stare dalla “parte giusta” o “sbagliata” ma decidere. Decidere COME stare dalla” parte giusta”.
Rosy Bindi ha concluso il suo discorso dicendo che “la pace si costruisce soltanto perseguendo il medesimo obiettivo”.
Marianna Crocco, 3B EUR