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Commento di un "attore" che osserva dalla platea.

Quello del Teatro “A. Rendano è un palco che, come altri, per essere calcato richiede una buona dose di passione, dedizione e sacrificio. Anche quest'anno le Officine Teatrali Telesiane hanno saputo essere all'altezza della sfida.

L'ormai consolidata macchina della regia, guidata da Antonello Lombardo, Marta Leonetti e Flavio Nimpo, è riuscita a codificare al meglio un testo classico e portarlo dai banchi di scuola al palcoscenico. Una scenografia firmata da Gianluca Salamone capace di tenerti da subito col fiato sospeso, come il talamo su cui Fedra (Sara Gedeone) fa la sua comparsa sulla scena. Un coro capace di imprimersi nella mente, prima con voci singole, poi sovrapposte, poi unitarie. Parole cangianti come la mente ed i pensieri di Fedra. Appare evidente come ogni aspetto sia stato curato con grande attenzione, ogni passo calcolato, ogni parola misurata (qui parlo per esperienza personale). Ogni anno, dall'esordio delle Officine Teatrali Telesiane con "Le Baccanti", sono stati fatti grandi passi in avanti su tutti gli aspetti della rappresentazione, con le luci di Paolo Carbone, i costumi di MaruscaStaropoli e i trucchi della Make up Academy, in un cammino collettivo che ha visto crescere in primo luogo gli attori/studenti. Nello specifico di questa rappresentazione, fra tutti gli attori non ho potuto fare a meno di notare la crescita di Sofia Azzinaro (Coro) e Alessandro Russo (Ippolito) i quali, attraverso le indicazioni del regista, sono riusciti a tirare fuori il meglio di loro stessi, contribuendo alla buona riuscita dello spettacolo.

Sono ormai due anni che assisto alle tragedie delle Officine come "attore" dalla platea, con la malinconia di non essere più parte del gruppo, ma con la gioia di vedere un cast che ogni anno è capace di regalare nuove emozioni al pubblico in sala. Non smetterò mai di essere grato a tutte le Officine Teatrali Telesiane per avermi accolto nella loro famiglia e per farmi sentire a casa ogni volta che ritorno. 

Ad maiorasemper

                                                                             Salvatore Donato, già alunno del Liceo

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