Andromeda era figlia di Cefeo, re d’Etiopia, e dell’arrogante e vanitosa Cassiopea. Un giorno, per spudorata vanità, Cassiopea sostenne che la sua unica figlia fosse più bella delle Nereidi.
Queste, offese, chiesero l’intervento di Poseidone che mandò un mostro a razziare le coste dell’Etiopia. Cefeo si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare una via d'uscita e gli fu detto che per quietare il mostro avrebbe dovuto sacrificare la sua giovane figlia. Andromeda fu perciò incatenata ad una costa rocciosa per scontare la colpa della madre; l’eroe Perseo, passando da quelle parti dopo aver concluso l’impresa della decapitazione di Medusa, la vide e se ne invaghì subito. La fanciulla, pallida di terrore mentre attendeva l’inevitabile morte nelle fauci del mostro, gli raccontò quello che era successo. Così Perseo, dopo aver chiesto la mano di Andromeda ai genitori, uccise il mostro e la sposò.
Da questo mito è tratta la canzone che Elodie ha portato in gara al 70° festival di Sanremo intitolata Andromeda e composta da Mahmood e Dario Faini. Nel brano Elodie parla di un uomo non realmente innamorato ma che si spaccia per tale (tu non lo sai non lo saprai cosa per me è il vero dolore/confondere il tuo ridere per vero amore). L'illusione è qualcosa da cui ci si deve staccare, come una catena da spezzare. L'atteggiamento dell’uomo la porta a riflettere e ad interrogarsi e, finalmente, a comprendere la sua fragilità, ad usarla come punto di forza per spezzare quel legame malato che non porta all'amore ma solo a sentirsi infinitamente soli, insicuri e sempre più fragili (forse ho solo bisogno di tempo forse è una moda/ Quella di sentirsi un po’ sbagliati/ Ci penso qua sul letto mentre ascolto da ore/la solita canzone di Nina Simone). Anche Elodie, in una recente intervista, ha confessato di sembrare delicata come uno stelo ma, in realtà, capace di riuscire a rompere la catena che molte volte la paralizza. A quanto pare, Andromeda ed Elodie sono due donne assai diverse in quanto la prima si fa salvare da Perseo, mentre la cantante riesce a salvarsi da sola. I valori che invece accomunano queste due forti figure femminili sono la dignità che risiede nella fragilità e la salvezza che sottolinea l’indipendenza di una donna.
“La mia fragilità è la catena che ho dentro ma se ti sembrerò piccola non sarò la tua Andromeda”
Dario Cilio, III B
Articolo inviato dalla Prof.ssa Stefania Vetrini