LA MAGIA DELLA NOTTE DEI LICEI CLASSICI
Quattro anni fa, Rocco Schembra, un giovane professore di Latino e Greco del Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, ha avuto l’intuizione di dar vita alla Notte Nazionale del Liceo Classico.
Questa iniziativa è nata dall’esigenza di far conoscere cosa si studia e come ci si appassiona allo studio dei classici, come le materie studiate nei Licei Classici, appunto, non siano materie “morte” o “antiche”, ma quanto esse rappresentino le basi per una cultura che spesso diventa la grande assente dei giorni nostri. Quest’anno, il tredici Gennaio, trecentoottantotto licei in tutta Italia hanno aderito a questa iniziativa e fra questi anche il nostro Istituto. Nei giorni precedenti, a Cosenza, c’è stata un’abbondante nevicata, ma, nonostante le avversità meteorologiche, abbiamo vissuto la serata con gioia, entusiasmo ed emozione.
Il tema scelto quest’anno dal nostro Liceo è stato quello dedicato ad aspetti della figura femminile e per la nostra sezione è stato quello legato all’innocenza e alla seduzione. Così abbiamo deciso di rappresentare le differenze fra tre donne protagoniste di alcuni dei miti più belli. Per rappresentare l’innocenza sono state scelte Nausicaa e Dafne, mentre per la seduzione Calipso che, con la sua bellezza e la sua magia, ha irretito l’eroe Ulisse. Le altre sezioni hanno scelto di descrivere e rappresentare donne quali Elena, Fedra e Lisistrata, Arianna, Didone, Medea ed Elettra, Saffo, Alcesti, Penelope, per arrivare a Giovanna D'Arco, Elisabetta I ed Olimpia de Gouges. Attraverso queste donne speciali sono stati affrontati i temi dell'amore e della seduzione, della gelosia e del tradimento, dell'abbandono, ma anche della virtù e della morale, della rettitudine e del rispetto.
Ero davvero agitata. Dovevo interpretare solo una piccola parte, solo poche battute, ma sentivo una forte emozione, perché il pubblico sarebbe arrivato numeroso e volevamo dimostrare ciò che siamo riusciti a realizzare in pochi giorni. Abbiamo preparato le scenografie e provato diverse volte. Abbiamo pensato ai costumi e alle acconciature e tutto solo con la buona volontà e pochi euro. Ciò che ci ha spinto a portare in scena passi di grandi classici è dimostrare la bellezza e l’immensità di queste opere che fanno parte del patrimonio culturale universale.
Io ho interpretato Aurora “dalle dita di rosa” e per questo ho chiesto a mia madre di preparare un costume che avesse tutte le sfumature dell’alba e ho voluto che applicasse un velo che desse l’idea di leggerezza e luminosità, che solo il sorgere del sole può dare.
Ciò che sarebbe bello trasmettervi è quello che noi tutti abbiamo provato in quel momento, tutti assieme, professori e alunni, dirigente e collaboratori scolastici. Si respirava un senso di appartenenza alla scuola, una gioia comune di stare insieme, la solidarietà dell’uno verso l’altro, perché i protagonisti della serata non eravamo noi, ma la nostra scuola, i nostri studi e l’impegno profuso ogni giorno. Eravamo in tanti a partecipare e volevamo dimostrare, con il nostro impegno, che la nostra scuola può fare tanto e dare un grosso contributo alla società, formando elementi validi e capaci di dare il massimo, per costruire un futuro migliore. L’aver aggiunto, poi, alle parti recitate brani musicali e danze, ha inteso evidenziare come gli studenti coltivino tante passioni per tutte le arti. La nostra volontà è stata quella di dimostrare che gli studi “classici” non sono anacronistici e che, ancora oggi, nel mondo delle tecnologie, del web e dell’informatica, è fondamentale avere delle solide basi culturali sulle quali costruire il nostro futuro. Si pensi al fatto che sempre più giovani, usando assiduamente chat e social, hanno dimenticato l’uso della grammatica e, ahimè, molti non la conoscono per nulla. Inoltre, solo conoscendo il nostro passato e studiando i classici, si può ritrovare quella sensibilità necessaria, per comprendere le vicende che si ripetono inesorabilmente nel tempo. Spesso qualcuno dice che studiare Latino e Greco, lingue “morte”, non servirà a nulla, ma io ritengo che lo studio di queste due discipline serva per aprire la mente, conoscere meglio la grammatica, analizzare e comprendere dei meccanismi linguistici, insomma che sia una palestra unica per allenare il cervello.
Spero che il pubblico abbia apprezzato gli sforzi di noi alunni e docenti e che abbia respirato l’atmosfera di festa che c’era nella scuola, che abbia compreso come tutti insieme, con il nostro lavoro di squadra, siamo riusciti a creare un clima di serenità e armonia grazie al forte senso di appartenenza che va al di là della “Notte dei Licei” e che rappresenta un modo di vivere la scuola che sentiamo davvero nostra.
Claudia Vicari, I A