INIZIATIVE IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Il Dirigente Scolastico, insieme ai ragazzi della classe V E, scopre la targa "Pietra d'inciampo" per celebrare la Giornata della Memoria
In un mondo in cui ci si riconosce in base allo username di Instagram, che cosa significa avere un numero sulla pelle?
"Quel numero tatuato 75190, lo porto con onore perché è la vergogna di chi lo ha fatto." La senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto, rispose così alla domanda di un giornalista televisivo che le aveva chiesto se avesse mai pensato di coprirlo o rimuoverlo.
Rispose di no, perché un numero non può annullare la tua identità.E ancora oggi afferma: “La Memoria è irrinunciabile finché sarà in vita l'ultimo testimone”.
Grazie alla testimonianza di persone straordinarie come la senatrice Segre o di donne eccezionali come Hannah Arendt e Etty Hillesum, grazie ai loro libri, diari e incontri abbiamo la possibilità di ricordare, perché se l'uomo ha un dono speciale è proprio quello della memoria, anche se a volte egli sembra dimenticare la sua storia.
Il 27 gennaio si ricordano tutte le vittime della follia nazista, quelle che morirono nei campi di concentramento, nei lager, nelle strade, davanti ai propri familiari, in una camera a gas, in fuga o da soli, per volere del male.
Erano donne, erano uomini, erano madri e padri, bambini e anziani, bianchi e neri, omossuali, ebrei, cristiani, ma soprattutto erano persone, quelle che sono stata deportate e uccise dal Grande Reich tedesco!
Ma che cos'è il male? Lo scrittore Stefano Massini ha immaginato un dialogo (messo in scena da due studenti della nostra scuola, Elisabetta Turano e Matteo Chirillo) tra la grande filosofa ebrea Hannah Arendt e il comandante delle SS Adolf Heichmann, in cui la Arendt cerca di capire quale sia il momento preciso in cui il male prende forma. “Deve esserci”, dice e rivolge una singolare domanda al comandante tedesco:"Lei crede in Dio, Herr Heichmann?" e l'uomo (se tale si può definire) le risponde: "In Dio no, in un Dio sì.” Egli spiega che il Dio in cui crede è superiore a tutto e a tutti e che tutte le azioni hanno un prezzo. Alla Arendt, che chiede quale sia questo prezzo, il comandante risponde: "Non c'è il bene e non c'è il male, c'è solo quello che va fatto". La freddezza e la mediocrità delle parole di Heichmann, un uomo che ha rinunciato a pensare, che si giustifica dicendo che stava solo obbedendo a degli ordini, ci fanno comprendere, per l’appunto, quanto fosse, e quanto sia, banale il male.
Quello stesso male ha ucciso una giovane donna piena di coraggio e intelligenza come Etty Hillesum, una donna con una grande voglia di vivere, così grande che in una delle pagine del suo diario scrive: "Mi sento in grado di sopportare il pezzo di storia che stiamo vivendo", una ragazza che, grazie alla sua fede, riesce a vivere la permanenza nei lager senza odio, ma coltivando l’Amore Universale perfino in quel covo di male e morte che era Auschwitz, una ragazza che racconta di come si arrabbiasse il suo medico quando andava da lui con il sorriso, poiché il sorriso era “imperdonabile”, dati i tempi. Ma la straordinarietà del Diario della giovane olandese sta nella sua "imperdonabile bontà”. La Hillesum scrive: "La mia penna stilografica non possiede accenti così efficaci da saper descrivere queste deportazioni. Ma se poi si va fra la gente, ci si rende conto che là dove ci sono uomini c'è anche vita.” Purtroppo, la sua di vita finì il 30 novembre 1943. Morì. Morì per mano della mente malata di piccoli uomini.
È grazie al suo diario, come a quello di Anna Frank, di Mary Berg, se noi oggi possiamo ricordare al mondo intero che i razzismi portano solo male. Quel male, durante il secondo conflitto mondiale, ha provocato lo sterminio di più di 15 milioni di persone. A distanza di 75 anni dalla "liberazione" oggi pericolosamente avvertiamo i sintomi di quello stesso male, un odio che serpeggia e potrebbe provocare nuove vittime. Uno spettro si aggira per l'Europa e no, non è quello del comunismo, ma dell'odio. Tutti noi, in nome della memoria, abbiamo il dovere di opporci a quell’odio, ad ogni forma di razzismo, perché quello che è stato non si ripeta MAI PIÙ.
Un ringraziamento particolare va a coloro che, nella nostra scuola, hanno organizzato e tenuto l'incontro per ricordare le vittime dell'Olocausto, i professori Eliodoro Loffreda, Rosanna Tedesco, Pierluigi Pedretti, Antonello Lombardo. All’incontro ha partecipato Padre Eugenio Clemenza con un intervento illuminante sul Diario di Etty Hillesum. Da segnalare inoltre gli “attori” Matteo Chirillo ed Elisabetta Turano, i quali sono riusciti a trasmettere emozioni molto forti con la loro brillante interpretazione.
Mirella Pedretti, V E