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16 APRILE: GIORNATA MONDIALE CONTRO LA SCHIAVITÙ MINORILE

iqbal

La schiavitù infantile rappresenta una triste piaga della nostra società.
Le vittime stimate sono circa 152 milioni di bambini di tutto il mondo.
L’Asia meridionale, l’Africa e l’America del Sud risultano essere i Paesi maggiormente coinvolti, anche se non è da sottovalutare la situazione in Italia.
Nonostante, infatti, esista una legge contro lo sfruttamento minorile, istituita nel 1967, il nostro Paese continua a registrare circa 300 mila casi di bambini e adolescenti sfruttati in ambito lavorativo.
L’UNICEF si occupa di questo problema a livello globale e suddivide in due categorie il lavoro minorile:
  • CHILD LABOUR (sfruttamento del minore, nocivo per la sua salute fisio-psicologica )
  • CHILDREN’S WORK (attività economica più leggera, che non pregiudica la salute e l’istruzione dei minorenni)
Nell'ambito dello sfruttamento più odioso rientrano: 
  • SFRUTTAMENTO SESSUALE; coinvolge circa 1 milione di bambini.
  • LAVORO PERICOLOSO (lavoro in miniera e lavoro con sostanze chimiche); vi sono impiegati circa 74 milioni di bambini.
  • LAVORO DI STRADA, riguarda minori che cercano di sopravvivere raccogliendo rifiuti da riciclare o cibo e bevande da vendere.
A differenza delle altre categorie, per il LAVORO DOMESTICO E FAMILIARE  (prettamente femminile), non si riesce a quantificare il numero di minori coinvolti. In molte parti del mondo per le bambine, nella maggior parte dei casi, quest’attività diventa una vera e propria forma di schiavitù.
 
Ma cosa  c'è alla base di un così massiccio sfruttamento infantile?
La schiavitù dei minori nasce nei paesi più poveri, dove non sono garantite le scuole. La scuola, infatti, dovrebbe essere luogo di protezione, spensieratezza e soprattutto una struttura in grado di donare la libertà ai giovani, affinché possano vivere un’infanzia ma soprattutto una vita serena che consenta loro di essere artefici delle proprie scelte e del proprio futuro.
Nelle  zone sottosviluppate i sistemi scolastici, però, funzionano poco e ciò alimenta ancora di più il problema.
Le abitudini e le tradizioni sociali costituiscono un ostacolo difficile da superare e incrementano notevolmente questa piaga. Lo ha dimostrato, di recente,un'iniziativa dell'UNICEF.  L’UNICEF infatti, in collaborazione con l’ILO-IPEC e la BANCA MONDIALE, ha realizzato un progetto, UCW (Understanding Children's Work), che ha consentito di fotografare la realtà dello sfruttamento minorile nei paesi in via di sviluppo, così da verificare l’efficacia delle strategie finanziarie adottate finora per affrontare il problema.
 
Questo articolo è dedicato alla Giornata Mondiale contro la Schiavitù Minorile che si celebra giorno 16 aprile.
Iqbal Masih, diventato l’icona di questa giornata, è il bambino pakistano che ha combattuto contro la schiavitù e lo sfruttamento dei minori fino al giorno della sua morte, avvenuta il 16 aprile 1995. La sua infanzia  è stata molto infelice: venduto dai genitori all’età di 5 anni per far fronte a problemi economici, Iqbal iniziò a lavorare in una fabbrica di tappeti. Dopo un tentativo di fuga, fu incatenato al telaio per 6 anni.
La sua vita venne stravolta dall’incontro con Eshal Ulah Kahm (leader del fronte di Liberazione dal Lavoro Forzato) che gli diede la possibilità  Iqbal ebbe di viaggiare e tenere conferenze in tutto il mondo per raccontare la sua esperienzare e denunciare la piaga terribile che affligge tanti minori nel mondo.
 “Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici  strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”, così ha detto  Iqbal Masih a Stoccolma nel 1994.
 Il ragazzo rifiutò la borsa di studio offerta dalla Brandeis University per rimanere nel suo paese ad aiutare i suoi amici e per realizzare il suo sogno: diventare avvocato dei deboli e degli indifesi.
Portò a termine molti progetti come la costruzione di scuole e la chiusura di fabbriche che sfruttavano i minorenni per la produzione di  tappeti.
Diventato una figura scomoda per la mafia locale, che si arricchiva grazie alla schiavitù dei minori, cominciò a ricevere le prime minacce di morte.
All’età di 12 anni Iqbal Masih, il sindacalista dei bambini, venne ucciso mentre era in bicicletta, da un uomo di cui non si conosce l’identità.
Il suo esempio ci insegna che  combattere lo sfruttamento minorile è necessario per porre fine alle ingiustizie e soprattutto per dare voce a coloro che hanno dato e continuano a dare la vita per cambiare questa triste realtà.
                                                                                                                                                                                           Marianna Crocco, I B EU
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