IL ROMANZO DI LOUISA MAY ALCOTT: UN CLASSICO INTRAMONTABILE
«Natale non sembrerà Natale senza nemmeno un regalo». Non credo esista una frase più vera per tutti noi, soprattutto per gli adolescenti e per i bambini; eppure è stata scritta come incipit per un romanzo pubblicato nel 1868, diviso in due parti e chiamato Piccole Donne
e Piccole Donne Crescono: un romanzo di tale fama che sia Katharine Hepburn, che Winona Rider e Maya Hawke, la figlia di Uma Thurman, possono rivendicare il ruolo di Josephine -Jo- March, il personaggio che viene da molti considerato la protagonista assoluta del romanzo e dei vari adattamenti, che spaziano dal cinema alla televisione, dal palco di Broadway a Youtube.
È proprio quest'ultimo esperimento che, seguendo un filone di adattamenti letterari molto popolare su questa piattaforma, sconvolge di più la storia originale: non siamo più in un'America fatta di lettere e dilaniata da una guerra civile, bensì in Canada a seguire gli aggiornamenti settimanali del blog delle sorelle March.
Se è possibile cambiare il periodo dal 1860 al 2014 e l'ambientazione dal Massachusetts alle vicinanze di Toronto, è perché il romanzo si dimostra talmente attuale da adattarsi abbastanza facilmente alla nostra vita quotidiana.
Non è una prerogativa del 1800 infrangere piccole regole dell'ambiente scolastico, né passare l'estate all'insegna dell'ozio o del divertimento e dubito che esistano persone che non hanno mai litigato con i propri fratelli più piccoli o che non hanno mai fantasticato sognando il proprio futuro.
Margaret, o Meg che dir si voglia, è forse quella, fra le sorelle, che rivela gli atteggiamenti più adolescenziali: invidia le sue amiche più ricche, desidera essere parte integrante della società, vuole trovare l'amore della sua vita. Jo invece è “l'uomo di casa”: un maschiaccio, terribilmente permalosa, ma piena di passione per la scrittura e affezionata alla sua famiglia. Elizabeth, detta Beth, è talmente timida che studia in casa perché non riuscirebbe mai a stare tra tante persone ogni giorno, evita sempre il conflitto ed è fondamentalmente di animo buono. Amy, che in alcune traduzioni è il diminutivo di Amelia, è la più piccola di casa, smaniosa di essere notata e apprezzata, sia dalla famiglia che dalla società.
Ancora oggi le giovani sono così, forse non guidate dalla stessa voglia di essere brave cristiane, ma decisamente intente a diventare la versione migliore di se stesse.
Il romanzo originale è ambientato in un periodo in cui le donne potevano fare ben poco, ma le ragazze March, grazie anche all'ambiente familiare evoluto, hanno sempre goduto di piccole libertà (che oggi per fortuna sono proprie del nostro quotidiano), come una limitata libertà economica e la possibilità di decidere cosa fare del proprio futuro.
Molto di quello che succede alle quattro figlie del parroco March è prima di tutto frutto delle loro azioni e non del contesto storico, nonostante i condizionamenti della loro situazione economica e la mancanza del padre per gran parte del romanzo..
Se le sorelle March fossero nel mondo di oggi, nelle stesse situazioni che viviamo noi tutti i giorni, non troppo cambierebbe. Forse andrebbero tutte e quattro a scuola, e forse Meg non si sposerebbe a soli vent'anni, ma il loro animo rimarrebbe lo stesso.
Forse perché Piccole Donne e i libri che ne costituiscono il seguito erano libri più avanti per il periodo in cui sono stati scritti, o forse perché Meg, Jo, Beth e Amy non sono mai state conformi al periodo in cui vivevano, o forse perché nell'animo noi ragazze siamo sempre le stesse, sognatrici, diverse fra di noi, ma guidate dalla stessa voglia di dimostrare al mondo chi siamo e che valiamo, quelle quattro sorelle di Concord, appartenenti a qualche secolo fa, continuano a costituire un modello di vita e di comportamento valido anche per la nostra epoca.
Maria Sole Nardelli, II B CAMBRIDGE