IL COVID-19 COLPISCE NON SOLO IL FISICO: ANCHE LA PSICHE DEI "SANI" DEVE FARE I CONTI CON LA MALATTIA.
Con l'avvento dell'emergenza epidemiologica COVID-19 si sente parlare sempre più spesso di "psicosi collettiva", ma dal punto di vista psicologico il termine che più rispecchierebbe la paura suscitata dalla pandemia nell'animo della gran parte degli individui oggi, sarebbe "panico morale".
COSA CAMBIA?
La differenza sostanziale sta nel fatto che una psicosi è più che una "paura" (termine troppo generico che non rendebbe perfettamente l'idea): è una malattia mentale che colpisce e influenza molto, fino ad alterare, le emozioni dell'individuo che giunge addirittura a perdere ogni visione oggettiva della realtà e colpisce un "ingroup", un gruppo ben definito di persone che condividono lo stesso obiettivo e le stesse motivazioni.
Il panico morale è una forma più lieve che può essere definita più come un'iperattività dell'attenzione dell'individuo provacata dalla gestione errata di un determinato fenomeno da parte dei media. Ma andiamo nel dettaglio...
QUANDO SI MANIFESTA IL PANICO MORALE?
Il Moral Panic, così definito dagli Inglesi, si manifesta attraverso drastici cambiamenti sociali all'interno di una comunità, quando si pensa che qualcuno o qualcosa rappresenti una minaccia e, dunque, metta a repentaglio il bene collettivo solo perché, in realtà, viene "dipinto" come un qualcosa di estremamente negativo dai media, che ingrandiscono esponenzialmente il fenomeno rendendolo causa di ogni problema, magari, anche già preesistente.
Dunque individui che si lasciano avvolgere da un'ondata di panico accecante che non offre loro la possibilità di avere una lucida visione dei fatti, diventano facilmente influenzabili dai mezzi di comunicazione di massa che, per motivi prettamente sensazionalistici legati ad aspetti economici, fanno passare anche solo alcune apparenze come pericoli inestimabili per la popolazione.
ATTENZIONE!
È importante essere consapevoli del fatto che, in momenti di particolare stress e forte vulnerabilità, un eventuale "bombardamento informatico sbagliato" può condizionare fortemente le nostre vite.
In questi casi la paleocorteccia, ovvero la parte di corteccia primitiva, la nostra "mente più antica", che comprende l'ippocampo e determina la motivazione, l’attenzione selettiva e le reazioni emotive, inizia a contrastare la parte del cervello più razionale e "recente", la neocorteccia, organizzata in varie piccole zone, dette aree corticali primarie, ciascuna responsabile di un certo tipo di attività.
Tale "conflitto" genera decisioni basate su stati emotivi di terrore, ansia e preoccupazione ingiustificati.
IGANNI DELLA MENTE.
Inoltre è curioso sapere anche che, spesso, la nostra mente adotta delle vere e proprie "scorciatoie" di pensiero che potrebbero ingannarci: una di queste prende il nome di "euristica della disponibilità".
In breve, essa rappresenta un percorso logico che compiamo, consciamente o inconsciamente, per tentar di trovare una soluzione a un qualunque tipo di problema e si verifica nel momento in cui si tende a valutare maggiormente la probabilità di qualunque evento, dunque del problema stesso, sul piano emotivo piuttosto che possederne una visione razionale e oggettiva.
In questo caso, potrebbe rendere in modo inesatto degli eventi, in realtà poco probabili, veritieri ai nostri occhi sulla base di notizie che spesso captano la nostra attenzione e che ci traggono in inganno. Facendo un esempio pratico, alcune menti potrebbero percepire la continua informazione mediatica circa i decessi di Sars-Covid2 come dati sovrastanti ed eccessivi, ignorando qualsiasi altro tipo di informazione "positiva" al riguardo, come i guariti o nuovi modi di convivere con il virus, e ciò porterebbe l'individuo ad affondare negli abissi del panico più totale giungendo a privare interi supermercati di alimenti di prima necessità, amuchina, mascherine e guanti e, addirittura, giungendo ad ipotizzare il coronavirus per chiunque starnutisca casualmente.
Tutto questo non fa altro che ampliare la percezione dello stato di emergenza che stiamo vivendo in modo crescente rendendo la realtà molto più catastrofica di quanto veramente sia.
Questo perchè la nostra mente tende spesso anche al risparmio cognitivo e se solo noi allenassimo il cervello a delle connessioni e scambi di informazioni veloci, uscendo dalla zona di comfort, per quanto alcuni meccanismi siano radicati nella nostra psiche e sorgano automaticamente, potremmo contrastarli. In questo modo eviteremmo anche l'issità funzionale, ovvero il modo "fisso" in cui la mente decide di ragionare, riuscendo a sviluppare il "pensiero laterale", cioè avere una visione più ampia dovuta ad esperienze diverse da quelle che siamo soliti affrontare quotidianamente secondo il modello predefinito della nostra mente. Può sembrare strano, ma aiuta ci aiuta a sviluppare modalità di pensiero che ci impediscano di adottare le scorciatore del risparmio cognitivo e dell'euristica della disponibilità.
BASTA DIRE NO!
Dunque, per concludere, potremmo contrastare il Moral Panic e i meccanismi indotti nella nostra mente che potrebbero trarci in inganno, attraverso non solo la razionalità e una visione oggettiva e lucida della realtà, ma soprattutti grazie a una corretta informazione ricavata da fonti attendibili, facendo attenzione e cercando di evitare notizie false sempre più in circolo sul web.
LAVINIA TATU, IV E