COME IL COVID HA CAMBIATO IL PUNTO DI VISTA DEI RAGAZZI
di Ludovica Aiello, II A BIO.
Sono ormai passati ben otto mesi da quella che doveva essere una “chiusura temporanea” delle scuole, anche se si è tentato vanamente un ritorno alla normalità.
Questo periodo, sebbene breve, ha cambiato molto il punto di vista dei ragazzi, costretti a vedere tutto in modo diverso, a partire dalla scuola. Proprio per questo la Prof.ssa Rosanna Cosco, nostra insegnante di italiano, ha voluto far esprimere noi ragazzi attraverso la stesura di un testo poetico
dove a ciascuno è stato richiesto di raccontare con una personale poesia la loro nuova visione del mondo alla luce dell’esperienza inconsueta vissuta attraverso la DiD.
Ho selezionato alcune delle poesie raccolte fra i miei compagni di classe, la seconda A della sezione biomedica.
Da queste poesie possiamo dedurre come noi ragazzi condividiamo spesso gli stessi dispiaceri e le stesse preoccupazioni, ma possiamo anche notare come, in fondo al nostro cuore, si celi comunque un sentimento di speranza.
Ecco, dunque, alcune delle poesie scritte dagli alunni della 2^A Bio:
Niente sarà più come prima
di Ludovica Aiello
Niente ansia per i compiti
il lunedì mattina,
niente occhiaie perché sei stato
alla festa il giorno prima.
Niente assemblee dove cantare
nessun compagno da abbracciare,
niente baci, niente abbracci
solo amuchina per pulire e stracci.
Niente bigliettini per le interrogazioni
nessun rimprovero da parte dei professori.
Adesso l’unico richiamo è quello di
tenere accesi telecamera e microfono e
non fare baccano.
Pensavamo di aver vinto noi
ed eccoci di nuovo a girare con le mascherine
nei corridoi.
Vita cambiata
di Carlotta Apicella
Un bel giorno mi sono svegliato
ed il mondo era cambiato,
un virus silenzioso
piccolo e fastidioso.
Le nostre vite ha stravolto
il sorriso tolto
ci ha colti impreparati, spaventati.
A baci e abbracci
dobbiamo rinunciare
i luoghi affollati evitare!
Quando sembrava tutto finito
sei di nuovo rinsavito
indossiamo la mascherina
così il virus non si avvicina.
A scuola non posso andare
la didattica a distanza devo fare
relazioni tramite schermo
mentre appare tutto fermo.
Vorrei ricordare tutto questo
solo come un brutto sogno
e godermi di più le cose
che mi stanno attorno.
Di emozioni una bufera
di Ilaria Francesca Fucilla
Mera preghiera
Tristezza austera
Rigida atmosfera
Un’abitazione,
Una prigione,
Dolce disperazione
Queste sono le parole chiave della mia
situazione.
Ogni giorno
Mi guardo intorno
E sono rassegnata
A dover in casa rimaner imprigionata
Non cambia molto da prima,
Poiché la sottoscritta non usciva poi granchè.
Anche prima ero la dama chiusa in casa,
concentrata a fare una rima.
Anche prima mi isolavo, ma per un diverso perché.
Una creatura timida io sono,
dunque al calore di casa io mi abbandono.
Ma almeno prima avevo la libertà di scelta,
non ostante la solitudine fosse per me la prescelta.
Niente abbracci, niente carezze
Solo timori ed incertezze.
Ora non faccio altro che temer quella brutta
bestia della morte,
e un’ultima volta i miei cari non posso
abbracciare forte.
Se mia nonna la bestia si portasse per
sempre via,
allora lì si scatenerebbe la pazzia mia.
Mera preghiera
Tristezza austera
Rigida atmosfera…
Ti prego feroce mostro non sottrarmi i cari
miei,
altrimenti io per davvero nel cuore morirei.
Il male invisibile
di Gabriella Granata
Quindici giorni sembravano ma i casi aumentavano
e i mesi passavano.
Le classi diventano fredde
quando fuori il sole risplende.
Fredde come le nostre anime
Di questa assurda pandemia innocenti vittime,
ogni mattina pronti ad aprire il computer
invece di andare a scuola sfrecciando su uno scooter.
Amicizie disperse e altre emerse,
persone in difficoltà
e altre che non sanno come finirà,
bambini che grande responsabilità e
adulti che ne ignorano la pericolosità.
Ed ecco che i gesti più banali come una carezza
diventano simbolo di inconsapevolezza,
quella passeggiata al centro
che diventa del rischio l’epicentro.
Andrà tutto bene… ecco! Questo dicevano
ma ci siamo di nuovo dentro
come alcuni già sapevano.