ANIME STRACCIATE
sorelle, matrigne, gemelle,
pezzate di stelle,
eppure tutte figlie del baobab pacificatore e della notte selenica,
naufragano tra i flutti, le orecchie tese all’ascolto del canto del griot
Attraversano frontiere trattenendo il respiro,
che nessuno li senta entrare, peggio, esistere,
senza una cittadinanza degna, da uomini che renda arbusti e non fiere
Si affacciano in superficie lungo lo sfiatatoio degli occhi,
una riga appena per non disturbare con lo sguardo della preghiera
Non trovano più il Niger per partorire, e gravide dei brandelli dell’amore materno
affidano all’abisso nidiate di bimbi mai nati,
sui banchi delle navi risonanti d’onde, incontrano demoni
che le hanno strappate dalle loro sacre dimore, mescidate,
legandole con lo stroppo al remo,
straziate sull’arenile, traghettate in un viaggio periglioso, senza ritorno.
Si affidano le anime remiganti ai bianchi destrieri del giorno che giunge
Non possono le lingue trascinare pensieri, decapitati di speranza,
Orrido non è l’abito di salsedine che indossate, senza il quale sareste nude
Orrida è la mano che non v’offre giaciglio, cibo ed il fegato suo
Guardare il vostro dolore e non sentirsi sciogliere le ginocchia è prova vera
non di essere mortale…ma di non esser mai nato
Sole, sospese tra una nuvola di lana bianca da supplice ed il rovo del carnefice
V’uccide chi vi mangia il cuore prima di cibarsi del vostro bisogno e delle vostre paure
Nessuna ikesia vi è concessa, dovete morire, dovete sparire
Risvegliatevi, ridestatevi, Anime stracciate, ora siete a casa
Rispecchiatevi in zaffate e macine, afferrate la sati, nessuno vi scaccerà più
Partorite, generate dal vostro utero fecondo e diventate Creazione
di un uomo nuovo che non addenti il silenzio della vostra morte
ma sia ceralacca di Anime che non si possano stracciare…mai più!
GABRIELE GAROFALO, III E